Otto Cicli

Stefano Presotto è un amico di lunga data, energico, sempre pronto alla battuta, e per fortuna… soffre di insonnia. Così di notte, ha tempo di pensare, e a furia di pensare, qualcosa di buono salta fuori. Per fortuna io dormo, e se non posso verificare di persona quello che mi racconta, almeno me lo immagino mentre si prende cura delle sue biciclette. Lui parte da dei ferri arrugginiti, roba antica, recuperata negli angoli più dimenticati, “vecchi telai sottratti alla rottamazione”, come ama definirli lui stesso. Biciclette abbandonate che trovano nuova dimora nel suo laboratorio… beh, insomma… più precisamente nel suo appartamento, tra il divano, l’ingresso e la cucina. Le smonta, pezzo per pezzo, rimuove gli ossidi, lucida, colora, modifica e poi riassembla tutto in modo creativo. E già, Stefano non si limita ad un restauro; va ben oltre, perché da quell’appartamento, alla fine, escono pezzi unici concepiti per emozionare; rimaneggiati con gusto, accostando materiali ed oggetti tra i più disparati e che finiscono per ri-trovarsi in nuove sintonie. Forme e colori in perfetto equilibrio “con una storia passata, ed una nuova da reinventare”. A cercare in internet qualche informazione, non si trova quasi nulla. Perché il fine ultimo non è pubblicizzare e vendere; a Stefano, prima del denaro, interessa la sua personale espressione artistica.  Può essere che al mattino vada a fare colazione portandosi (a passeggio) il suo ultimo congegno meccanico velocipede, incontra gli amici, ride e scherza e poi, chiamandola per nome, condividere le scelte stilistiche che hanno dato nuova vita a quella che prima era solo una bicicletta.











































 

Post più popolari