Porsche 993 Turbo S


L'idea di aumentare il rendimento del motore boxer si prospetta all'inizio degli anni 70, quando gli ingegneri di Stoccarda vollero elevare la potenza senza incrementare la cilindrata e consumi. Per ottenere questo risultato, decisero di installare un turbocompressore, ovvero un dispositivo (concepito originariamente nel 1905 e derivato dall’utilizzo in campo aeronautico) che sfrutta l'energia dei gas di scarico che altrimenti andrebbe perduta. In Europa il primo marchio a sperimentare questa soluzione, fu la BMW che nel 1972 presentò la 2002 Turbo, una versione della Ti con motore 2000cc, ma con potenza che passava da 120Cv a 170.

A convincere i responsabili di Stoccarda sulla validità della soluzione non fu il modello della rivale tedesca, ma i risultati ottenuti nelle corse. Alla Porsche si stava già lavorando da mesi sulla turbina e nel 1972 la squadra corse si presentò al via della stagione Can-Am (il campionato di vetture Sport Prototipi del Nord America), con la 917/10, evoluzione della 917 già vincente alla 24 Ore di Le Mans e in numerose altre gare. La 917 per la Can-Am ebbe il difficile compito di contrastare la strapotenza delle McLaren, dominatrici indiscusse delle categoria da 5 anni. La sfida venne affrontata sviluppando il 12 cilindri boxer da 5 litri con doppio turbocompressore che consentì di ottenere una potenza di 850 CV, che diventarono ben 1200 in qualifica. La Porsche ottenne la vittoria nel campionato del 1972 e replicò il risultato nel 1973 con la 917/30, la cui potenza, grazie all’utilizzo dell’overboost, superò i 1500 CV.

I successi agonistici convinsero la dirigenza Porsche a riversare la tecnologia nelle produzione di serie. Inoltre la Porsche doveva contrastare gli altri marchi sportivi per eccellenza, ben più potenti delle 911 in produzione allora. Venne approntato un prototipo basato sulla RSR (RennSport Racing), la 911 (serie G) sviluppata dal reparto Motorsport per le competizioni del 1973. La vettura stradale denominata semplicemente “Turbo”, viene presentata nel 1975 ed era contraddistinta dalla sigla 930 anziché 911 per sottolineare le differenze a livello di telaio e meccanica rispetto al resto della gamma.

Il 6 cilindri boxer da 2994 cm³, montato in posizione posteriore a sbalzo, era equipaggiato con un turbo KKK e sviluppava 260 CV. Il cambio aveva solo 4 rapporti, al posto dei tradizionali 5, a causa della maggiorazione degli ingranaggi per resistere alla coppia del motore. La carrozzeria si riconosceva per i larghi passaruota ed il gigantesco alettone posteriore con integrato il sistema di aspirazione dell’aria.

Nel corso degli anni si susseguono modelli sempre più performanti e nel 1995 debutta la 911 Turbo su base Porsche 993. Il motore (Tipo M64/60) si serve di 2 turbocompressori di piccole dimensioni per ridurre le inerzie, la trazione è integrale permanente, il nuovo cambio ha 6 marce e le ruote sono da 18” con razze cave. Col tempo si inseriscono a catalogo due kit di potenziamento, in base ai quali il propulsore viene “rinominato” M64/60R (430 CV) o M64/60S (450 CV). Delle due, l'unità R viene introdotta nella Turbo alleggerita, la 993 GT2 (solo con trazione posteriore): si riconosce per parafanghi rivettati, enorme ala biplano, e ruote da 18” scomponibili. Pesa meno di 1300 kg (contro i 1500 di una Turbo).


Riprendendo l’impostazione della 964 Turbo 3.6 e lasciando alla GT2 il compito di incarnare lo spirito di una Turbo alleggerita e furiosa (vanto della Turbo S 3.3), la nuova 993 Turbo S è praticamente una versione full optional. Presenta il frontale con labbro inferiore pronunciato, pinze freno di colore giallo, prese d’aria sui parafanghi posteriori, ala posteriore modificata e fondo piatto come le F1. All’interno è personalizzata con numerosi particolari in fibra di carbonio. La potenza massima è di 450 CV, la produzione molto esigua: appena 160 esemplari in tutto il mondo. Anche in questo caso, Porsche produsse ufficialmente solo la versione coupè.






In collaborazione con ADRMotorsport

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